Archivi del mese: agosto 2014

Ricordi

Antonio Tomarchio

Ricordi
Ricordo quand’ero bambino,
giocavo, ridevo felice
ignaro del mio destino,
ma adesso tutto è finito,
non c’è rimasto più niente
soltanto ricordi abbagliati
da un sole morente.

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Per noi… ce la farò.

Per noi
Un vuoto dentro l’anima
come queste stanze
dove non sento più la tua presenza,
dove le ore passano lente
come graffi sulla pelle
e il dolore mi strazia il cuore,
mi fa morire.
Vedo ancora i tuoi occhi
guardarmi dolcemente,
sento ancora le tue risa
che accendevano i miei giorni,
il tuo sorriso ormai
risplende solo nei miei ricordi.
Tu non ci sei più,
non tornerai mai più
ed io non so come farò senza di te,
non so come farò a sopravvivere
al dolore, alla tristezza,
non riesco a immaginarmi senza di te.
Lascerò che la vita mi scorra addosso
vivendo di quei momenti passati insieme
aspetterò, mentre il tempo mi consuma,
di scoprire se ci sarà ancora un momento
per noi.

Un amore si libera,
stranamente dall’anima
e rimane anche se te ne vai
ma mi sembra impossibile
un amore invincibile
è dolore e dopo che sarà?
Io non lo so, io non lo so
ma ero nel cielo ed ho perso le ali,
cosa farò?
Camminerò, camminerò
e questo amore che porta il tuo nome dimenticherò
ce la farò, ma adesso no
ora che parlo di te ancora, ancora no
ce la farò, ma adesso no
voglio pensarti una notte ancora,
ancora un po’.
E’ la mia solitudine, una droga per l’anima
non averti e non cercarti più,
cominciare a sorridere e pensare che ci sarà un amore
anche se non sei tu.
Ci proverò, ci proverò
dal tuo ricordo non posso scappare
ma ci proverò e camminerò, camminerò
e anche se l’aria mi basta appena
non mi fermerò
ce la farò ma adesso no,
lasciami stare a pensare a sognare che ti rivedrò
ce la farò ma adesso no
voglio restare nel buio a guardare
adesso no
se bastasse la volontà
per cambiare la realtà
con te potrei riuscirci io,
con la voglia di vivere,vivere e morire di te,
di questo amore mio.
Ce la farò ma adesso no,
voglio cercarti una notte ancora ancora un po’
ce la farò, adesso no
voglio pensarti una notte ancora, adesso no.
Il tempo passa e ce la farò, con il tempo ci riuscirò ma
adesso no.

Ti amo

ti amo
Ho raccontato al mare
come l’azzurro dei tuoi occhi
ha inondato il mio cuore,
ma lui non ha smesso di ondeggiare,
l’ho gridato al vento
che sei dentro me
in ogni momento,
ma lui è rimasto in movimento,
l’ho detto anche alla gente
che la tua dolcezza
mi ha sconvolto la mente,
ma è rimasta indifferente,
nessuno mi ha voluto ascoltare,
nessuno ha capito niente,
non hanno capito che io ti amo,
ti amo disperatamente.

Io ti guarderò
illuminata con il neon
delle vetrine
poi ti nutrirò
di coca-cola e di popcorn
dentro a un cine
ti racconterò
le mie bugie sul mondo
e quelle sulla gente
poi ti bacerò
con tutto quanto in fiamme
e con le luci spente
e faremo l’amore
sulle foglie e sui prati
sul denaro e nel fuoco
dentro ai posti proibiti
fino al cuore del mondo
come due innamorati
come due innamorati
senza niente da fare
che non hanno nient’altro
che “una storia d’amore”
Io ti curerò
perchè tu c’hai bisogno di ridere di gusto
e ti ringrazierò
quando usciremo presto
da un locale “giusto”
guarderò da giù
il grattacielo dei tuoi tacchi mozzafiato
e ti domanderai
se anche stavolta sono io quello sbagliato
e faremo l’amore
dentro ad un temporale
tra le luci del centro
tra le statue di sale
con il cuore impazzito
come due innamorati
come due innamorati
senza niente da fare
che non hanno nient’altro
che “una storia d’amore”
una storia d’amore
una storia d’amore
una storia d’amore

Solo

solo
Solo, tra volti sconosciuti,
ascolto i miei passi sulla strada
sotto un cielo cupo,
cupo come i miei pensieri,
tra nuvole di emozioni
sento il battito profondo
del mio cuore
e ancora i volti della gente,
sguardi perduti
tra le vetrine dei negozi,
sono solo in questo infinito,
sono solo tra milioni di persone,
solo con i miei pensieri,
mentre dal cielo
la pioggia scende giù
come lacrime dal mio viso.

Lascia che sia
tutto così
e il vento volava sul tuo foulard,
avevi già
preso con te
le mani, le sere, la tua allegria.
Non tagliare i tuoi capelli mai,
mangia un po’ di più che sei tutt’ossa
e sul tavolo fra il tè e lo scontrino
ingoiavo pure questo addio.
Lascia che sia
tutto così
e il cielo sbiadiva dietro le gru,
no non cambiare mai
e abbi cura di te,
della tua vita e del mondo che troverai,
cerca di non metterti nei guai,
abbottonati il paltò per bene
e fra i clacson delle auto e le campane
ripetevo “non ce l’ho con te”
e non darti pena sai per me,
mentre il fiato si faceva fumo,
mi sembrava di crollare piano piano
e tu piano piano te ne andavi via
e chissà se prima o poi,
se tu avrai compreso mai,
se ti sei voltata indietro
e chissà se prima o poi,
se ogni tanto penserai,
che son solo…
e se adesso suono le canzoni,
quelle stesse che tu amavi tanto,
lei si siede accanto a me sorride e pensa
che le abbia dedicate a lei
e non sa di quando ti dicevo
“mangia un po’ di più che sei tutt’ossa”,
non sa delle nostre fantasie, del primo giorno
e di come te ne andasti via
e chissà se prima o poi
se tu avrai compreso mai
se ti sei voltata indietro…
e chissà se prima o poi
se ogni tanto penserai
che io solo… resto qui
e canterò solo, camminerò solo, da solo continuerò…

Papà… Caro babbo.

papà
Ripenso alle tue mani
forti e calde
come un nido dove potersi rifugiare,
ripenso alla tua voce,
ai tuoi sorrisi
che cancellavano la tristezza
e la malinconia,
ripenso alle tue carezze
e alla gioia che mi dava
starti vicino,
adesso non sei più qui
ma io non ti ho perduto,
ti ritrovo ogni notte nei miei sogni,
il tempo non è più trascorso,
non ha più segnato il tuo volto,
non ha dissolto il tuo amore per me,
la morte non ci avrà diviso
finché sarai vivo nei miei ricordi,
finché sarai vivo nel mio cuore,
finché nei miei sogni
continuerò a chiamarti papà.

Mi sembravi alto, altissimo quando ero piccolino
eri il mio gigante buono che giocava a nascondino,
mi batteva forte il cuore mentre stavo ad aspettare,
felice di nascondermi ma anche di farmi trovare.
Ti sentivo forte e a volte mi facevi un po’ paura
ma eri il mio cavallo docile e il tappeto la pianura
e scendevo e camminavo nelle tue scarpe pesanti
fra colline di poltrone coi miei passi da gigante.
Era dolce era dolcissimo,
lo ricordo e te lo dico,
eri il mio più grande eroe,
eri il primo vero amico.
Sei però rimpicciolito i primi anni della scuola,
tornavi tardi a casa e la mamma sempre sola,
mi svegliavo d’improvviso e vi sentivo ancora urlare,
eri sempre più nervoso e non mi stavi ad ascoltare,
Altre volte mi picchiavi e le tue parole dure
spalancavano soltanto una vita di paure.
Eri assente irraggiungibile,
io ti odiavo e te lo dico,
eri in sogno l’uomo nero,
eri a un tratto il mio nemico.
E ho portato come un lutto il tuo sangue nelle vene,
ma il mio cuore per dispetto ti voleva ancora bene
e ora babbo te lo scrivo come quando ero bambino,
come quando per trovarci giocavamo a nascondino.
E ora è freddo anzi freddissimo,
piango mentre te lo dico,
cosa aspetti ad arrivare,
babbo se mi sei amico
Era dolce, era dolcissimo
l’ho capito e te lo scrivo,
quante volte io dovrò morire
per sentirmi ancora vivo?

Occhiali rosa.

~ blog di Irene Rapelli

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